9.07.2011

// ♥

- 325 gg al 'theWED'

da ieri sono ufficialmente in ballo! cartella creata!!


8.28.2011

//My Unforgettable Summer #3


http://www.irinawerning.com/back-to-the-fut/back-to-the-future/

//My Unforgettable Summer #2


Quando le canzoni parlano di noi

(...)

il tempo passa mentre aspetti qualcosa in più
ma non rimette a posto niente se non lo fai tu

(...)

gli amori vanno via ma i sogni ma i sogni no
alcuni non si avvereranno mai però
immaginare è l’unica certezza che ho
e questa solitudine che sento sarà
il prezzo per un po’ di libertà


da "Eppure mi hai cambiato la vita" (F. Moro)

8.25.2011

//Resigned



“Newton… A Mind Forever Voyaging
Through Strange Seas of Thought … Alone.”

- Apple Computer’s first logo, circa 1976 -



8.18.2011

Trullallero trullallà: vaneggiamenti estivi da studente


Ci terrei molto a chiarire un fatto che mi sta a cuore, e che sembra un buon candidato per entrare nella lista delle leggende metropolitane, che si sa, gran parte delle volte si rivelano false come i gioielli che rifilano nelle televendite. Leggende, appunto.
Il mito che vorrei sfatare oggi (e da classicista, si può dire che di miti me ne intenda), è il miraggio della vita da studente. Premetto che i criteri di selezione del modello-studente a cui mi riferisco sono specifici (prego spuntare la prima fra le seguenti voci nella vostra ricerca avanzata): serio e studioso; svogliato ma che prima o poi si laurea; cazzone iscritto solo per partecipare ai mercoledì universitari e futuro fuori corso. Selezioniamo dunque la prima categoria –click!-. Per questo gruppo di studenti ( ma azzarderei anche ‘specie’), la vita universitaria è tutt’altro che felice e spensierata. Per la maggior parte delle volte comporta una totale alienazione dal mondo circostante, in periodo di esami (se vi va bene), o per tutta la durata del percorso di studi (se vi va male). Le uscite sono sporadiche, ma durante il periodo universitario, l’annichilimento mentale è per fortuna riservato solamente a certi periodi di stress più intenso (esami, tesi). Credo che il momento del post-laurea, quando il laureato, coronato d’alloro, accoglie con gioia l’abbruttimento a cui lo sottopongono gli amici, l’imbarazzamento del papiro, sotto lo sguardo divertito di genitori in realtà a disagio (‘ma allora mio figlio/mia figlia non lo/la conosco proprio!’). Il momento è, diciamolo, trionfale: anni di fatica e sacrifici ripagati, tante serate date buche agli amici perdonate, amori possibili (e mai sbocciati) finalmente sembrano finalmente significare di più di un vuoto interiore incolmabile e di un piacere mai sperimentato.
Però. Però. Quanto dura quel momento? Se vi va bene, poco, perché magari trovate un lavoro e la dura realtà delle 8 ore quotidiane vi piomba addosso. Però è un lavoro, con uno stipendio e qualcosa con cui occupare la giornata che non sia organizzare le ore attorno ai pasti e fare spola fra letto-divano-pc per tutto il giorno. Facendo poltiglia del cervello che una volta funzionava così bene e abbruttendovi come mai i vostri amici avrebbero osato per il vostro trionfo universitario.
Il lavoro dunque, si diceva. Anch’esso può avere alti e bassi, essere alienante in una città ancor più alienante (come nel peggiore degli incubi Marcovaldiani), oppure caldo e rassicurante, con colleghi onesti, una paga piccola ma decente (tanto vivrete ancora con i vostri genitori). Amici, magari un fidanzato/a, con cui vi sposerete forse fra 10 anni. Insomma, qualcosa a cui aspirare e che non sembri troppo utopistico. Vi riappropriate anche del concetto di fine settimana, che vi era rimasto sconosciuto per anni. Un bel quadretto, tutto sommato.

Ma cosa succede a chi quel pezzo di carta consegnato fra scroscianti applausi di accademici e amici, le lacrime di mammà e le foto di papà, non basta a garantire questa fettina di felicità? L’unica soluzione è…continuare a studiare. Prolungare l’agonia, i sacrifici, le rinunce. Il curriculum studio rum di gran parte dei paesi lo contempla, si chiama dottorato di ricerca, o PhD, more internationally.
Ecco che chi si accinge ad intraprendere questa scelta dovrà prepararsi ad una nuova mutazione, da studente proficuo e serio a macchina pensante. Per tre anni, se vi va bene e gli ingranaggi non si arrugginiscono. Altrimenti, anche più a lungo. Si badi: è una scelta legittima, coraggiosa, onesta, difficile. Alla base, una passione sconfinata per la materia studiata, la voglia di contribuire al grande meccanismo della Conoscenza. Insomma, tanta roba. La quale però comporta notevoli sacrifici, che elencherò brevemente.
1. Stranezza. Il dottorando, facendo specie a sé, risulterà ‘strano’ al normotipo umano. In generale esso si contraddistingue per spiccato senso di osservazione (spesso di cose molto futili), e inspiegabili vezzi/abitudini personali. Generalmente schivo, può occasionalmente relazionarsi con l’Altro per amicizia, amore (nei casi migliori), disperazione, volontà di analisi dell’Essere Umano, curiosità di testare oscene battute a sfondo accademico, approfittare di sostanze alcoliche elargite gratuitamente, provare a vedere l’effetto dell’ultima giacca di tweed acquistata (per le donne sostituire la giacca con gonne lunghissime). Vi assicuro che le giacche di tweed a destinazione universitaria le fanno ancora. E vengono acquistate. E indossate.
2. Mente assente. Il dottorando apparirà quasi sempre assorto nei propri pensieri, sia di giorno che di notte, e non risponderà a nessuno quando in questo stato di tranche. L’unica cosa che possa smuoverlo è il richiamo del cibo, che si sarà dimenticato di assumere per giorni. Rimando, a questo proposito, al supporto video di The Big Bang Theory, stagione 3, episodio 14.
3. Tabù. Ritengo utile a questo punto fornire all’homo communis una piccola lista di cose assolutamente da NON chiedere al dottorando. L’argomento della propria tesi: il tesista non ama spiegare di cosa si occupa, in genere prova un insensato senso di vergogna (forse solo in campo medico ciò non si verifica) ma ciò molte volte deriva dalla falsa convinzione che il mondo non possa comprendere ciò di cui ci si occupa. Inoltre, l’attaccamento al proprio argomento crea una forma di gelosia che sta alla base del rifiuto. In piccola parte, quando tale domanda provenga da colleghi, il rifiuto è giustificato anche dalla paura di furti. Quante parole si è scritti fino a quel momento: MAI fare questa domanda! Le reazioni potrebbero essere le più disparate, data la forma mentis dei soggetti (sguardi assassini, lancio di oggetti circostanti, risentimento condito da temporaneo mutismo). Cosa fai nel weekend? Come ho accennato prima, tale concetto non ha alcun significato per lo studente normale, e ancor meno per il dottorando. Tale domanda può essere tuttavia legittimata se leggermente modificata come segue: ‘quando ti prenderai un giorno libero, dopo mesi di studio matto e disperatissimo (quoto), dopo aver fatto le notti per mandare un capitolo appena decente al tuo relatore? Ecco. In genere questi giorni cadono poi male, di giovedì tipo, quando nessuno è libero e la maggior conquista è non uscire dal pigiama per l’intera giornata. Yeah.

Ho detto abbastanza per oggi…ci vediamo alla prossima puntata! Linea allo studio. Se mi cercate, sarò a servire tavoli alla cheesecake factory in attesa dell’Illuminazione (cit. The big bang theory, S3E14, vedi supra).

6.19.2011

//My Unforgettable Summer #0

Is someone getting the best of you? Oh yes! 
Thank you Foo!!
15-06-2011: A GREAT DAY TO REMEMBER
ROCK IN IDRHO: I WAS THERE!!!
and it was my first time FF live 
unforgettable, great, amazing.... a "fucking" show!!
thank you guys: love you!

5.12.2011

//ROPE

This indecision got me climbing up the walls
I've been cheating gravity and waiting on the falls
How did this come over me, I thought I was above it all
Our hopes gone up in smoke, swallow your crown

Choke! On a kiss, thought I'd save my breath for you
Choke! On a kiss, thought I'd save my breath for you
Give me some rope I'm coming loose, I'm hanging on you
Give me some rope I'm coming loose, I'm pulling for you now
Give me some rope I'm coming, out of my head, into the clear with you, go,
I come Loose
[ope.html ]
These premonitions got me crying up a storm
Leave your condition, this position does no harm

Choke! On a kiss, I thought I'd save my breath for you
Choke! On a kiss, I thought I'd save my breath for you
Give me some rope I'm coming loose, I'm hanging on you
Give me some rope I'm coming loose, I'm pulling for you now
Give me some rope I'm coming, out of my head, into clear when you, go,
I come Lose

Give me some rope I'm coming loose, I'm hanging on you
Give me some rope I'm coming loose, I'm pulling for you now
Give me some hope I'm coming through, I'm counting on you
Give me some rope I'm coming, out of my head, into clear when you, go,
I come... Loose

5.01.2011

HAPPY BIRTHDAY TO YOU!

Eccoti qua un'altra chicca da Edward Monkton :-) il web è mio alleato oggi in questo giorno di assenza (giustificata ma sofferta), per cui lascerò molti segni in tuo onore nel mare magnum che è internet.
Bando alla retorica, enjoy your day and your cake, even if it won't be as awesome as this one!!
Love you my dear
All the best!!!

P.s. Aspetto di leggere la tua lista e soprattutto di spuntare le sue voci con te!!!

BUON COMPLEANNO!!!!!

4.29.2011

//post mielosetto :)

tic tac, tic tac, ancora poco piu di 24 ore e saró piú vecchia di un anno.
ma questo '26esimo anno di me' è stato senza dubbio il piu bello e piu felice della mia vita adulta...
...grazie soprattutto ai tanti amici vecchi e nuovi, alla mia family e anche a me. e tutti noi sappiamo bene il perchè: l'ho o no spiegato a tutti, personalmente, il perchè??!!:)
ma salvo anche questo post mielosetto, perchè mi conosco e non sará colpa di certo dell'anno in piú se rischieró di dimenticare questo 'dettaglio' di vita (la mia memoria ha sempre fatto difetto)

4.12.2011

Life: how much do you cost?

I just came back from a RX appointment that I needed to do as a follow up of this morning's dentist appointment. If, in a way, I can find a cosmological reason behind the 1hr/80 euros balance of my annual dental-check, on the other hand it seemed fairly ridiculous to me to pay the extra 35 earth-euros for a 2 mins RX of my mouth.
As Carrie in 'Sex and the City' would say, 'I couldn't help but wonder', that I'd earn that money in *counting* 4 hours of my Italian teaching. 4 hours, including preparation (which is possibly another 2). 6 hours.
So on my way back riding my bike, I was considering the unfairness of the whole earning/spending equation, and in particular how on earth people with normal salaries manage to save money for this kind of situations. If they ever go to the dentist...but I hope so.
I was so gutted about the whole thing that as soon as I came back, I poured myself a glass of sweet, sweet Fanta. Because life is short and I want it sweet. I don't want to waste my money in dental care, just the minimum to survive till a decent age with decent teeth. And I am a lucky bean, not too much fuss. Still, frigging lots of money that just flee out of my wallet when it was so hard to get them in (no puns intended...).
All alone in my beautiful Italian house, I have been thinking a lot these days, which is never a good thing, unless my thoughts are focussed on work (which sadly is not the case now). Living a life split in two, with work and career prospects in one country, and family and friends (but dear friends I also indeed have abroad) in the other, is not an easy task. One might think it's cool to live a life like this, it allows you to have 'a double,please' of everything. Double house, double friends, double fun. Well, in a way, it's true, but more than ever I feel there is also the huge risk not to enjoy an only,comprehensive, self-contained life, but to live two lives badly. Am I really here and now in one place? Or am I NOT somewhere else? When a friend is celebrating, when a friend is in need, when the family gathers together for the Sunday dinner, I am elsewhere. And when I am home, my parents can finally go away from a big house which is demanding, leaving me in charge of everything. But the old life has been going on without me, and it's in good health (and I wouldn't wish it wasn't). And so does the new life when I am back here...complicated.
Like a salary, you earn a lot, but you spend a lot: the investment is higher than expected, as it puts at stake things you hadn't considered.
Work harder has always been the key, let's see if it works.

3.29.2011

//Appunto Personale

Per un fatto che ho vissuto oggi, e valutando a posteriori certi vecchi episodi, sono giunta a questa seppur banale riflessione: la stitichezza di sentimenti mi fa orrore. Mi infastidisce molto di più rispetto al suo esatto opposto, dove i sentimenti sono conditi da eccessiva enfasi, esagerazione ed esibizionismo. Ecco. Oh. Lo metto nero su bianco altrimenti poi mi dimentico. Magari potrei soffrirne anch'io prima o poi, meglio ricordarsene dunque.
Nulla possono le prugne e l'activia contro questo genere di stitichezza.