"Grovigli" album photoshoot by Marco Craig
2.28.2010
2.11.2010
2.07.2010
//Viktor and Rolf took this recession cutting back thing literally!
Cover girl Magdalena Frackowiak wears the tulle heavy, hole laden collection of Viktor & Rolf for the cover story of Dazed & Confused’s February edition.
Shot by Josh Olins and styled by Katie Shillingford, the studio layout highlights the awe-inspiring gowns of the Dutch duo with the cleverly titled,
“The Amsterdam Chainsaw Massacre”.
//Waiting for Tim Burton's upcoming Alice in Wonderland. Again!
Curiouser and Curiouser
Beyond nonsense verse and coming-of-age fables, Lewis Carroll's true passion was photographing moody young beauties. Olivier Theyskens, in the guise of Carroll, captures model Natalia Vodianova as Alice Liddell.
Down the Rabbit Hole
Faster, faster, faster she fell! Chasing Tom Ford's White Rabbit, our Alice disappears down the never-ending dark passage.
Drink Me
How was Alice to know the innocent little bottle would make her grow to such a size? As Helmut Lang watched from the wall, she curled her legs up and hoped the designer's organza minidress wouldn't be crushed by her startling height.
How was Alice to know the innocent little bottle would make her grow to such a size? As Helmut Lang watched from the wall, she curled her legs up and hoped the designer's organza minidress wouldn't be crushed by her startling height.
Advice from a Caterpillar
Clad in Marc Jacobs's ruffled chiffon minidress, Alice found herself engaged in an infuriatingly roundabout conversation with a mushroom-dweller. Where am I? she wondered...and how have I gotten here?
Pig & Pepper
It was a queer-shaped little creature, and held out its arms and legs in all directions, “just like a starfish.”
It was a queer-shaped little creature, and held out its arms and legs in all directions, “just like a starfish.”
“Would you tell me, please, which way I ought to go from here?” Alice asked sweetly of the cat with a grin as devilish as anything she had ever seen. “ That depends a good deal on where you want to get to,” replied our Cat, Jean Paul Gaultier.
Tweedledum and Tweedledee
“If you think we're alive, you ought to speak,” said the one marked DEE. Alice, in a Viktor & Rolf multilayered silk dress, stared as the Tweedle duo spouted nonsensical tongue twisters.
“If you think we're alive, you ought to speak,” said the one marked DEE. Alice, in a Viktor & Rolf multilayered silk dress, stared as the Tweedle duo spouted nonsensical tongue twisters.
The Mad Tea Party
“No room!” The March Hare and Mad Hatter shouted. “No room!” But Alice plunked down, desperate for some biscuits after a long day of living backward. Christian Lacroix Haute Couture dress with painted and sculpted mink dickey over a lace top and frilled lamé skirt.
Who Stole the Tarts?
“My name is Alice, so please Your Majesty,” the young girl, draped in Dior Couture, said softly. “ You make me giddy!” screamed the Queen.
“My name is Alice, so please Your Majesty,” the young girl, draped in Dior Couture, said softly. “ You make me giddy!” screamed the Queen.
The Mock Turtle's Story
“What is his sorrow?” Alice, in Atelier Versace, asked the Gryphon. “Once,” sighed the Mock Turtle, “ I was a real turtle.”
Through the Looking Glass
Wrapped in ocean-blue Balenciaga couture, Alice perched on the mantel, longing to escape into the shadow world, as her black kitty purred nearby.
Wrapped in ocean-blue Balenciaga couture, Alice perched on the mantel, longing to escape into the shadow world, as her black kitty purred nearby.
Vogue December 2003
In this story: Photo: Annie Leibovitz, fashion editor: Grace Coddington
In this story: Photo: Annie Leibovitz, fashion editor: Grace Coddington
2.04.2010
La mia Londra e i bamboccioni
Beppe Severgnini
Mezz’ora in tondo sopra l’aeroporto, bagagli veloci, trasporti cervellotici, cassiere lente, teatri strapieni (Enron, wow!), calciatori priapici (Chelsea, urca!), gabbiani eccitati, poltrone sensuali, inverni pavidi senza neppure il coraggio del gelo: che bello tornare a Londra.
Sono qui per festeggiare la 100° Pizza Italians (venerdì) e i vent’anni del mio primo libro, Inglesi (ieri sera e stasera). Sentirsi un reduce è il sogno segreto di ogni italiano, e non faccio eccezione. Anzi: sono felice di provare questa sensazione a cinquant’anni, davanti ad almeno altrettanti ascoltatori. Poi gli anni aumentano e gli ascoltatori diminuiscono; anzi, tendono a darsi alla fuga. Perciò è bene muoversi per tempo. Londra è la città al mondo, dopo Crema, in cui ho vissuto più a lungo; e tra le due, come sapete, c’è differenza. Sono arrivato per Il Giornale di Montanelli, avevo 27 anni. Dividevo la casa con una scultrice inglese e un riparatore di tappeti egiziano, immerso in fumi sospetti fin dal mattino. Vivevo a Rudloe Road, Clapham South, stessa strada del cantante Bob Geldof. Ogni tanto lo vedevo passare: era l’unico più spettinato di me. Quando l’ambasciatore Bottai ha invitato in residenza a Grosvenor Square i corrispondenti dei giornali italiani, sulla porta mi hanno guardato male: dove hai trovato questo invito? Dov’è tuo padre?
L’anno dopo mi sono trasferito in un seminterrato a Notting Hill. Era il 1985, quattordici anni prima del film omonimo. Un giorno ho scoperto d’abitare nell’ultima dimora conosciuta di Jimi Hendrix (20, Lansdowne Crescent W11): un destino rock di cui andavo orgoglioso. Quando i miei sono venuti a trovarmi, per poco mia madre non scoppia in lacrime: «Mio figlio vive in un sottoscala!». Mamma, le spiegavo: non è un sottoscala, è un basement. Ma lei vedeva la spazzatura davanti alla porta, e non era convinta. Mi sono abituato in fretta alla situazione, e ho cominciato addirittura ad apprezzarla. Quando vedevo molti sacchetti di plastica con l'insegna del vicino supermarket, sapevo che di sopra ci sarebbe stato un party. Quando trovavo molte bottiglie vuote, sapevo che c'era stato un party. Non ero mai invitato, ma mi sentivo parte della famiglia. La posizione interrata mi permetteva di studiare altre strabilianti abitudini inglesi, oltre al vizio diffuso di scolare tutto quello che c’era in casa, con l’eccezione del liquido per i piatti (che non risciacquavano). Perché le ragazze, d’inverno, non portavano le calze? Non avevano freddo? Certo che ce l’avevano. Lo dimostravano le gambe blu, peraltro intonate al rosso delle scarpe e al bianco delle caviglie: una combinazione patriottica, ma poco estetica. Forse pensavano d’essere sexy? Impossibile: gli Avatar erano ancora là da venire. So che in Italia, in questi giorni, si parla molto di bamboccioni, e qualcuno li difende, sostenendo che sono un simbolo dell’astuzia e della praticità italiana (vivere vezzeggiati fino a quarant’anni!). Io dico: mamme e papà, cacciateli di casa. Non domani: stasera. Altrimenti li derubate di ricordi come i miei.
Mezz’ora in tondo sopra l’aeroporto, bagagli veloci, trasporti cervellotici, cassiere lente, teatri strapieni (Enron, wow!), calciatori priapici (Chelsea, urca!), gabbiani eccitati, poltrone sensuali, inverni pavidi senza neppure il coraggio del gelo: che bello tornare a Londra.
Sono qui per festeggiare la 100° Pizza Italians (venerdì) e i vent’anni del mio primo libro, Inglesi (ieri sera e stasera). Sentirsi un reduce è il sogno segreto di ogni italiano, e non faccio eccezione. Anzi: sono felice di provare questa sensazione a cinquant’anni, davanti ad almeno altrettanti ascoltatori. Poi gli anni aumentano e gli ascoltatori diminuiscono; anzi, tendono a darsi alla fuga. Perciò è bene muoversi per tempo. Londra è la città al mondo, dopo Crema, in cui ho vissuto più a lungo; e tra le due, come sapete, c’è differenza. Sono arrivato per Il Giornale di Montanelli, avevo 27 anni. Dividevo la casa con una scultrice inglese e un riparatore di tappeti egiziano, immerso in fumi sospetti fin dal mattino. Vivevo a Rudloe Road, Clapham South, stessa strada del cantante Bob Geldof. Ogni tanto lo vedevo passare: era l’unico più spettinato di me. Quando l’ambasciatore Bottai ha invitato in residenza a Grosvenor Square i corrispondenti dei giornali italiani, sulla porta mi hanno guardato male: dove hai trovato questo invito? Dov’è tuo padre?
L’anno dopo mi sono trasferito in un seminterrato a Notting Hill. Era il 1985, quattordici anni prima del film omonimo. Un giorno ho scoperto d’abitare nell’ultima dimora conosciuta di Jimi Hendrix (20, Lansdowne Crescent W11): un destino rock di cui andavo orgoglioso. Quando i miei sono venuti a trovarmi, per poco mia madre non scoppia in lacrime: «Mio figlio vive in un sottoscala!». Mamma, le spiegavo: non è un sottoscala, è un basement. Ma lei vedeva la spazzatura davanti alla porta, e non era convinta. Mi sono abituato in fretta alla situazione, e ho cominciato addirittura ad apprezzarla. Quando vedevo molti sacchetti di plastica con l'insegna del vicino supermarket, sapevo che di sopra ci sarebbe stato un party. Quando trovavo molte bottiglie vuote, sapevo che c'era stato un party. Non ero mai invitato, ma mi sentivo parte della famiglia. La posizione interrata mi permetteva di studiare altre strabilianti abitudini inglesi, oltre al vizio diffuso di scolare tutto quello che c’era in casa, con l’eccezione del liquido per i piatti (che non risciacquavano). Perché le ragazze, d’inverno, non portavano le calze? Non avevano freddo? Certo che ce l’avevano. Lo dimostravano le gambe blu, peraltro intonate al rosso delle scarpe e al bianco delle caviglie: una combinazione patriottica, ma poco estetica. Forse pensavano d’essere sexy? Impossibile: gli Avatar erano ancora là da venire. So che in Italia, in questi giorni, si parla molto di bamboccioni, e qualcuno li difende, sostenendo che sono un simbolo dell’astuzia e della praticità italiana (vivere vezzeggiati fino a quarant’anni!). Io dico: mamme e papà, cacciateli di casa. Non domani: stasera. Altrimenti li derubate di ricordi come i miei.
2.01.2010
//Vanity Girls
Annie Leibovitz photographs nine rising stars in Hollywood, for the next Vanity Fair's USA Issue.
How many of them can you identify?
(left to right) Abbie Cornish (back), 27; Kristen Stewart, 19; Carey Mulligan, 24; Amanda Seyfried, 24; Rebecca Hall, 27; Mia Wasikowska, 20; Emma Stone, 21;
Evan Rachel Wood, 24; Anna Kendrick, 24.
Evan Rachel Wood, 24; Anna Kendrick, 24.
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